PATMOS. Respiri di libertà...

inserito da Giulia e Romeo





Patmos è un’isola del Dodecaneso che accoglie ogni anno gli amanti degli orizzonti puliti: cielo, mare, dolci colline bruciate dal sole estivo dove a tratti crescono alberi di fichi e cespugli di fichi d’india, angurie, pomodori, ulivi…e a tratti regalano l’emozione di una terra essenziale e quasi al confine con un altro mondo.

Più di 300 architetture sacre fra eremi chiesette e piccoli monasteri costellano l’isola in ogni suo punto, si intravedono da lontano da una collina all’altra, da una curva all’altra. Il motorino qui per spostarsi è fondamentale, le spiaggette distano fra loro anche qualche chilometro e tante curve che sembrano tornanti, al cui termine appaiono sempre scorci nuovi e diversi.

Da Grikos a Lambi, da Petra a Livadi Geranou , da Kambos a Cancelli a Psili Ammos: ci sono spiaggette di sabbia, di ghiaia e di sassi per tutti i gusti e per ogni orario del giorno: al Meloi per aspettare il sorgere dell’alba, a Kalogero per gustare un ottimo polipo in umido nel chioschetto della Roulotte, a Vagia per un insuperabile tabulè, a Petra per vedere le rocce tingersi di rosso al tramontare del sole. A Psili Ammos per arrivare in spiaggia con la sensazione di essersela proprio guadagnata, la giornata, dopo una mezz’oretta di cammino sul sentiero che sale e scende fra le rocce. A Cancelli per sentirsi sempre alla fine del mondo… e per guardare l’arcipelago di fronte che ricorda costellazioni di atolli.

La notte il cielo stellato è uno spettacolo: l’assenza di inquinamento luminoso regala un viaggio nel firmamento. Meglio ancora se lo si ammira dal punto più alto di Patmos, dove sorge un monastero che offre un panorama a 360 gradi su tutta l’isola. Da qui si vede il porto di Skala, sempre animato, e anche la Chora, l’affascinante centro abitato che si erge su una collina in tutto il suo candore. In cima domina il monastero di San Giovanni e poco più sotto è possibile visitare anche la grotta dove consegnò al suo discepolo il libro dell’Apocalisse, l’ultima e la più mistica parte della Bibbia, scritto proprio qui, in esilio da Efeso. La sera , nella piazzetta della Chora piena di zeppa di tavolini, vi sembrerà di trovarvi nel posto più esclusivo del mondo.

A Patmos gli amanti della libertà accorrono e si incontrano: nelle spiaggette isolate o nelle piccole taverne allestite all’aperto anche negli stretti vicoli di Skala o della Chora. Ma ristorantini dove si può cenare o pranzare gustando un’insalata greca o un polipo al pomodoro ce ne sono in tutta l’isola e sarà divertente scoprirne uno dopo l’altro.
Da Patmos partono gite giornaliere per l’isola di Lipsi, un gioiellino di pace e di vita arcaica, e un’escursione per tuffarsi dalla barca nelle acque cristalline delle isolette vicine.(Arki Marathi e Tiganakia) Le acque di Patmos non hanno comunque niente da invidiare: pulite in ogni punto dell’isola, fresche al punto giusto e talvolta calme come quelle di un lago.

A ferragosto nel cortile della chiesetta di Panagia Geranous che si trova proprio in fondo all'isola dove finisce la strada, una grande festa segue la celebrazione liturgica celebrata dai Pope. Greci e turisti festeggiano insieme assaporando il gusto del pane benedetto in occasione della festa della Madonna che viene distribuito a tutti e poi si danza, si cena, si canta…di fronte al sole che tramonta all’orizzonte e che lascia spazio alla luna e alle stelle.

Si respira pace e libertà, a Patmos, ci si sente in sintonia con tutta la Terra, avvolti in un’atmosfera d’altri tempi.
Non è strano che chi arriva qui per la prima volta ci ritorni poi per anni e anni… E' successo e continua a succedere anche a personaggi noti, che attraccano la loro barca al porto per qualche giorno. Ma nell’assoluta discrezione dell’isola potreste anche non accorgervi di essere seduti all’Arion accanto a loro, a sorseggiare un Racomelos o un bicchiere di Ouzo o a iniziare la giornata con uno yogurth con il miele e le noci. Con la bella sensazione di non sentirsi mai turisti ma ospiti di una terra e una popolazione accoglienti. Kalimera, kalispera… Karistòs a tutti i greci dell’isola che rispettano la loro terra e la mantengono naturale come migliaia di anni fa.


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