Tellaro: una perla a picco sul mare

inserito da Giulia & Romeo





Tellaro è una perla che chi visita la Liguria non può mancare di raggiungere. A soli 3 chilometri da Lerici, arroccato su uno sperone roccioso che sembra entrare nel mare sottostante, è un antico borgo che ha mantenuto il fascino di un tempo.
Tellaro è molto fotogenica, le sue minuscole dimensioni la fanno stare tutta in una cartolina dove le casette colorate si uniscono in un abbraccio intorno alla chiesetta di san Giorgio, innalzata sullo scoglio a picco sul mare, a mò di nave pronta a prendere il largo.
Guardando verso il mare aperto si profilano in lontananza la punta del promontorio di Portovenere con la chiesetta gotica di S. Pietro e le isole Palmaria, Tino e Tinetto
“Un nirvana fra mare e cielo, tra le rocce e la montagna verde”, scriveva Mario Soldati. Che aggiungeva: “girate per questi carruggi che sbucano al mare e poi sedetevi in un angolo tra i sassi della riva”. Ulivi, limoni e aranci fanno da contorno, come ben delineò Eugenio Montale in una breve poesia intitolata Verso Tellaro, dove immaginava di guardarla velocemente dal finestrino di un treno: “…cupole di fogliame da cui sprizza/una polifonia di limoni e di arance/e il velo evanescente di una spuma,/di una cipria di mare che nessun piede/d’uomo ha toccato o sembra, ma purtroppo/il treno accelera…” Dalla piccola piazza di Tellaro, proseguendo a piedi in direzione delle montagne, dopo un piccolo tratto la strada si divide in due sensi: da una parte conduce agli Spiaggioni, raggiungibili in un’oretta di sentiero un po’ scosceso, dall’altra dopo circa dieci minuti di mulattiera raggiunge Barbezzano, un tempo forte borgo murato distrutto poi nel 500 da un’incursione dei pirati. Nonostante le poche rovine rimaste è una passeggiata che merita, fra stradicciole solitarie e mura muschiose e diroccate.
Una leggenda narra che una notte tempestosa il borgo di Tellaro fu preso d’attacco dai pirati e grazie al suono della campana il paese fu salvato Ma chi suonò la campana? I tellaresi trovarono sotto il campanile un grosso polpo, che emerso dal mare e attaccatosi alla fune delle campane aveva dato l’allarme. Fu così che da quel giorno il polpo sotto il campanile simboleggia il paese di Tellaro in una stretta aderenza al mare. Ed è proprio dal polpo che derivano anche le ricette più tipiche: il polpo “alla tellarese”, lessato con patate e condito con olio di Tellaro, olive snocciolate e un trito di aglio e prezzemolo, sale e pepe e succo di limone. Un’altra versione è il polpo all’inferno, stufato con foglie di alloro, maggiorana, peperoncino, pomodoro e una spruzzata di vino bianco. Fra le manifestazioni segnaliamo la suggestiva notte di Natale: alla sera dl 24 dicembre il borgo di Tellaro viene illuminato da 1000 torce di cera realizzate dai ragazzi del paese, disposte nei punti caratteristici. A mezzanotte i sub emergono dal mare portando la statuetta in cera di Gesù Bambino.