Sacro Monte di Varallo

inserito da Giulia & Romeo





Ottima idea per un weekend pre pasquale, vista la religiosità del luogo, ma per chi voglia viverlo più in solitudine e con pochi turisti forse è preferibile durante il resto dell’anno. Chi avesse già compiuto un viaggio in Palestina rimarrà stupito di scoprire in Italia questo Monte Sacro così ricco di storia, di cappelle, di statue, di atmosfera religiosamente spirituale. Si arriva sulla sommità del Monte prendendo una funicolare che parte da Varallo Sesia, paesino piemontese che merita una visita prima o dopo l’ascensione al monte. Altrimenti è raggiungibile anche in venti minuti a piedi o salendo comodamente con la macchina. In pochi minuti ci si ritrova lontani dal mondo e dalla quotidianità, immersi in un luogo sacro e antico.
Amato da Vittorio Sgarbi che lo racconta in un video su internet, il complesso monumentale del Sacro monte sorge a 608 metri, su un’altura rocciosa che domina Varallo e offre scorci molto suggestivi della città, dell’intera Valsesia e del Monte Rosa. È parte integrante della Riserva Naturale Speciale, istituita nel 1980 dalla Regione Piemonte.
È il più antico dei sacri monti italiani, modello per gli altri complessi sorti in seguito lungo l’arco alpino, nato nel 1491 dall’idea di Bernardino Caimi. Il frate francescano, di ritorno da un viaggio in Palestina, pensò di riprodurre a Varallo quei luoghi e rievocare la Vita e la Passione di Cristo. Sorse così, nel cuore della Valsesia, una “Nuova Gerusalemme” a beneficio dei fedeli che non potevano recarsi in Terra Santa, allora sotto il dominio turco. I pellegrini potevano in questo modo rivivere nel “gran teatro montano” i fatti del Vangelo con stupore e coinvolgimento emotivo.
La sacra rappresentazione si volge tra 44 cappelle, isolate o inserite in architetture più articolate, e viene portata in scena da 800 statue in legno e terracotta policroma a grandezza naturale e più di 4000 figure a fresco.
L’itinerario tra le cappelle si divide in due parti distinte: la prima dalla cappella N. 1 (Adamo ed Eva) alla N. 19 (Ingresso di Cristo a Gerusalemme) occupa la zona più impervia del parco ed è completamente immersa nel verde della Riserva; la seconda copre la sommità del Monte, vi si accede dalla Porta Aurea ed è organizzata come una città: palazzi, porticati, piazze del Tempio e del Tribunale, cappelle che raccontano gli episodi della vita di Cristo svoltasi entro le mura di Gerusalemme (Ultima cena, Sepolcro, Risurrezione, Assunzione di Maria). La Basilica dell’Assunta, al centro del complesso sacro, rappresenta il punto di arrivo ideale del pellegrino.
Ogni cappella rappresenta un episodio della vita o della Passione di Gesù; e
complesse scenografie sono state realizzate con affreschi e gruppi di statue lignee o di terracotta dipinta, in grandezza naturale e di forte potenza espressiva, del tutto simili a figure umane, con barbe e capelli veri.
Vi lavorarono insigni artisti, non solo locali; tra tutti spicca la figura di Gaudenzio Ferrari (1471/75 – 1546), pittore, scultore e architetto valsesiano che lavorò all’opera dal 1499, anno della morte del padre fondatore Caimi, al 1529, quando si trasferì a Vercelli.
Visitando il Sacro Monte si può iniziare un personale percorso di ascesa a partire dalla cappella di Adamo ed Eva per passare all’Annunciazione e agli episodi della vita di Cristo, culminanti nell’alta drammaticità della Passione, espressa nei diversi episodi che raccontano le ultime ore del Cristo sulla terra fino alla Resurrezione. A conclusione della visita il Sepolcro della Vergine.
Dal 2003 il Sacro Monte di Varallo è inserito nella lista dei beni di interesse mondiale tutelati dall’UNESCO.